Sciur padrun da li beli braghi bianchi
Giovanna Daffini + Traduzione
“Sciur padrun da li beli braghi bianchi“ è un canto popolare originario del Nord Italia (Piemonte e Lombardia) e composto da un autore anonimo tra il XIX e il XX secolo. È annoverato tra le più famose canzoni intonate dalle mondine durante il lavoro nelle risaie.
Il canto ebbe origine presso le mondine del Novarese e del Vercellese, che iniziavano ad intonarlo a partire dalla seconda metà del mese di lavoro (che poteva durare anche quaranta giorni), ovvero il periodo in cui si avvicinava la riscossione dello stipendio.
Il testo era un invito al proprio datore di lavoro, indicato come il “Signor padrone dai bei pantaloni bianchi” (sciur padrun da li beli braghi bianchi) a sborsare i soldi dello stipendio.
TESTO
Sciur padrun da li béli braghi bianchi
Sciur padrun da li béli braghi bianchi,
fora li palanchi, fora li palanchi,
sciur padrun da li béli braghi bianchi,
fora li palanchi ch’anduma a cà.
A scuza, sciur padrun,
s’a l’èm fat tribulèr,
l’era li prèmi vòlti,
l’era li prèmi volti,
a scuza, sciur padrun,
s’a l’èm fat tribulèr,
l’era li prèmi volti,
ch’a’n saiévum cuma fèr.
Sciur padrun da li béli braghi bianchi,
fora li palanchi, fora li palanchi,
sciur padrun da li béli braghi bianchi,
fora li palanchi ch’anduma a cà.
Al nòstar sciur padrun
l’è bon cum’è ‘l bon pan,
da stèr insima a l’èrzan
a’l diz: « Fè andèr cal man »
Sciur padrun da li béli braghi bianchi,
fora li palanchi, fora li palanchi,
sciur padrun da li béli braghi bianchi,
fora li palanchi ch’anduma a cà.
E non va più a mesi
e nemmeno a settimane,
la va a poche ore,
e poi dopo andiamo a cà.
Sciur padrun da li béli braghi bianchi,
fora li palanchi, fora li palanchi,
sciur padrun da li béli braghi bianchi,
fora li palanchi ch’anduma a cà.
E quando al treno a s-cefla
i mundéin a la stassion
con la cassietta in spala;
su e giù per i vagon!
Sciur padrun da li béli braghi bianchi,
fora li palanchi, fora li palanchi,
sciur padrun da li béli braghi bianchi,
fora li palanchi ch’anduma a cà.
TRADUZIONE
Signor padrone dalle belle brache bianche
Signor padrone dalle belle brache bianche,
fuori i soldi, fuori i soldi,
signor padrone dalle belle brache bianche,
fuori i soldi chi andiamo a casa.
Scusi, signor padrone,
se l’abbiamo fatto penare,
erano le prime volte,
erano le prime volte,
scusi, signor padrone,
se l’abbiamo fatto penare,
erano le prime volte,
e non sapevamo come fare.
Signor padrone dalle belle brache bianche,
fuori i soldi, fuori i soldi,
signor padrone dalle belle brache bianche,
fuori i soldi chi andiamo a casa.
Il nostro signor padrone
è buono come lo è il buon pane,
stando in cima all’argine
dice: «Fate andare quelle mani ».
Signor padrone dalle belle brache bianche,
fuori i soldi, fuori i soldi,
signor padrone dalle belle brache bianche,
fuori i soldi chi andiamo a casa.
E non va più a mesi
e nemmeno a settimane,
la va a poche ore
e poi dopo andiamo a casa.
Signor padrone dalle belle brache bianche,
fuori i soldi, fuori i soldi,
signor padrone dalle belle brache bianche,
fuori i soldi chi andiamo a casa.
E quando il treno fischia
le mondine alla stazione
con la cassetta in spalla
su e giù per i vagoni.
Signor padrone dalle belle brache bianche,
fuori i soldi, fuori i soldi,
signor padrone dalle belle brache bianche,
fuori i soldi chi andiamo a casa.
Vedi anche: curmaia siur padron

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