L’ultima notte
Brigata Alpina Julia
La Brigata Alpina Julia in “L’ultima notte“. Nel 1943, dopo giorni di marcia nella steppa gelata, il 26 Gennaio, gli Alpini riuscirono finalmente a sfondare le linee russe al ponte della ferrovia di “Nikolajewka” e a uscire dalla sacca nella quale erano rinchiusi. Era la strada verso la libertà, ma anche una durissima battaglia contro il gelo, la mancanza di mezzi e il nemico.
TESTO
Era la notte bianca di Natale
ed era l’ultima notte degli alpini;
silenzioso come frullo d’ale
c’era il fuoco grande nei camini.
Nella pianura grande e sconfinata
e lungo il fiume – parea come un lamento –
una nenia triste e desolata
che piangeva sull’alito del vento.
Cammina cammina
la casa è lontana
la morte è vicina
e c’è una campana
che suona, che suona:
Din don, dan…
Che suona, che suona:
Din don, dan…
(Recitato)
Mormorando, stremata, centomila
voci stanche di un coro che si perde
fino al cielo, avanzava in lunga fila
la marcia dei fantasmi in grigioverde.
Non è il sole che illumina gli stanchi
gigli di neve sulla terra rossa.
Gli alpini vanno come angeli bianchi
e ad ogni passo coprono una fossa.
(Cantato)
Tutto ora tace. A illuminar la neve
neppure s’alza l’ombra di una voce
lo zaino è divenuto un peso greve;
ora l’arma s’è mutata in croce.
Lungo le piste sporche e insanguinate
son mille e mille croci degli alpini,
cantate piano, non li disturbate,
ora dormono il sonno dei bambini.
Cammina cammina
la guerra è lontana
la casa è vicina
e c’è una campana
che suona, ma piano:
Din, don, dan…
Che suona, ma piano:
Din, don, dan…
sono cresciuta in Cadore dove la gente ama gli alpini