La Zampogna di Panni
Strumenti Musicali
Tecnicamente la zampogna è un aerofono a sacco, vale a dire uno strumento a fiato con canne sonore alimentate da un otre di pelle di capra o di pecora dove si raccoglie la riserva d’aria insufflata dal suonatore. Da non confondere con la cornamusa, la zampogna in Italia è diffusa da nord a sud. Nel settentrione la chiamano piva, baghèt (nel bergamasco), baga (Veneto), ciaramella (Abruzzo), scupina (Molise) e la surdulina (entroterra calabro lucano). Esistono poi la zampogna a chiave (Molise), quella ‘zoppa’ (Lazio), quella ‘a palmi’ (Cilento), quella gigante e quella ‘a paro’ entrambe siciliane. Un caso a parte è rappresentato dall’unica zampogna pugliese di cui si abbia notizia: quella di Panni, un paesetto del foggiano. Questo aerofono, definito anomalo dagli studiosi, si distingue per avere l’otre in pelle d’agnello e per altre caratteristiche tecniche con cui non staremo a tediare il lettore.
Piuttosto è interessante il fatto che non abbia misure standard ; i suonatori sono anche fabbricanti del proprio strumento, sicché ognuno di essi è irripetibile, come inimitabile è il suo timbro. In generale però l’accordatura è piuttosto approssimativa, elemento questo che avvicina la zampogna di Panni agli aerofoni pastorali arcaici (e la zampogna di Panni è ancora oggi accompagnata da un piffero pastorale detto fraula). Il suo impiego è sempre stato locale, ciò ne spiega il mancato perfezionamento e la sua tardiva riscoperta.
Una riscoperta che si inserisce nel recente rilancio della zampogna nell’ambito della musica etnica e avvenuta giusto in tempo per raccogliere gli insegnamenti degli ultimi tra fabbricatori e virtuosi. Ha così potuto prendere vita una nuova generazione di maestri : Gigi Rizzo (Monopoli), Antonio Esperti (Mesagne), Nico Berardi (Bari), Carlo Massarelli (Sava), Gianni Amati. Tanto sforzo però non ha mai prodotto anche in Puglia l’organizzazione di eventi in tema. Al presente gli unici Festival sono quelli di Scapoli (in Molise, a luglio), di Acquafondata (che dal 1961si svolge ad agosto in provincia di Frosinone), di Maranola (vicino Latina, a gennaio) e a Sant’Andrea Apostolo dello Ionio (CZ) dal 2011. Nel suo ‘La terra del rimorso’ Ernesto De Martino osserva che la zampogna era uno degli strumenti impiegati nell’area garganica fra il XV e il XVI secolo per guarire i tarantati. Tornando alla zampogna di Panni, anch’essa riscoperta poco prima che ne scomparisse la memoria, ci sono speranze di sopravvivenza. Esistono un’associazione e un sito ad hoc il cui entusiasmo lascia ben sperare nel futuro.
Panni (Pànne in dialetto locale) è un comune italiano di 795 abitanti della provincia di Foggia, in Puglia. Le origini del toponimo sono da riferirsi, per tradizione popolare, a quella del dio greco Pan, che compare anche nel vessillo del paese. Secondo alcuni potrebbe anche derivare dalla divinità sannitica dei raccolti Panda (Patana Pistia), che era imparentata con Cerere, se non addirittura la stessa divinità. È anche stata proposta la possibile derivazione dall’antroponimo germanico Pando, oppure dall’aggettivo latino pandus (curvo), da riferirsi a qualche elemento del paesaggio.