La Festa della Candelora

La Candelora

Presentazione al Tempio di Gesù

La Candelora è la porta tra l’inverno e l’imminente primavera: ecco quand’è il giorno della Candelora.

Festa della Candelora - 2 Febbraio

Candelora è il nome con cui è popolarmente nota in italiano la festa della Presentazione al Tempio di Gesù, celebrata dalla Chiesa cattolica il 2 febbraio. Nella celebrazione liturgica si benedicono le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”, come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, che era prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi.

Fino alla riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II, e tuttora nella forma straordinaria del rito romano, la festa è chiamata Purificazione della Beata Vergine Maria.

La festa viene osservata anche dalla Chiesa ortodossa e da diverse chiese protestanti. In molte zone e in diverse confessioni è tradizione comune che i fedeli portino le proprie candele alla chiesa locale per la benedizione.

Anticamente questa festa veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo l’Epifania). La denominazione di “Candelora“, data popolarmente alla festa, deriva dalla somiglianza del rito del lucernario, di cui parla Egeria («Si accendono tutte le lampade e i ceri, facendo così una luce grandissima» Peregrinatio Aetheriae 24, 4), con le antiche fiaccolate rituali che già si facevano nei Lupercali, antichissima festività romana che si celebrava proprio a metà febbraio.

In Oriente si dà molto risalto all’incontro tra Gesù e il vecchio Simeone, e la festa ha infatti il nome di Hypapante (cioè “incontro”). In Occidente, invece, con il tempo la festa ha assunto carattere mariano, facendo prevalere l’aspetto della purificazione della madre su quello del riscatto del primogenito, per questo la festa era chiamata “Purificazione di Maria“.

Musica alla Festa della Candelora di Montevergine (AV)

Il giorno successivo, il 3 febbraio, si celebra la memoria di San Biagio di Sebaste, nella quale è tradizione, in alcuni luoghi, compiere una benedizione della gola con le candele benedette il giorno precedente.

A Trieste esiste il seguente detto popolare riferito alla festività della Candelora:

A Padova è associata a un proverbio popolare nel quale si preannuncia l’arrivo della primavera o il continuare dell’inverno (se ce sole a candelora del inverno semo fòra, se piove e tira vento del inverno semo dentro).

In Lombardia: A la Madona da la Sciriœura dol inverno a semm da fœura ma s’al fioca o al tira vent quaranta dì a semm anmò dent (Alla Madonna della Candelora dall’inverno siamo fuori, ma se nevica o tira vento quaranta giorni siamo ancora dentro).

A Bologna: Al dé dl’Inzariôla, o ch’al naiva o ch’al piôva dal invêren a sän fòra, mo s’ai é al suladèl a in arän anc pr un msarèl (Il giorno della Candelora, che nevichi o piova, dall’inverno siamo fuori, ma se c’è il sole ne avremo ancora per un mesetto).

In Piemonte: A la Candlera n’ora ‘ntera, mesa a la matin, mesa a la sera (Alla Candelora un’ora intera, metà al mattino, metà alla sera”)

In Toscana la tradizione proverbiale recita l’esatto opposto del nord Italia, ovvero si considera la fine dell’inverno in caso di brutto tempo (“se piove o se gragnola dell’inverno semo fora …”)

Nelle Marche un proverbio recita Candelora, de l’invernu semu fora; ma se piôe u tira vendu, de l’invernu semu drendu.

In Puglia la tradizione associa il bel tempo nel giorno della Candelora alla continuazione dell’inverno (“A Cannëlôrë, ci non nevëchë e non chiovë, a Vërnët non è fôrë”).

A Catania la Candelora è assorbita dalla Festa di Sant’Agata e costituisce uno dei rituali più importanti della stessa.

Ad Acquaviva Collecroce in provincia di Campobasso la mattina della Candelora, dalle prime ore dell’alba, ha inizio l’antichissima Fiera di San Biagio (festeggiato il 3 febbraio), nelle ore pomeridiane il popolo si riunisce in chiesa per la Celebrazione Eucaristica, la Benedizione delle Candele e il tradizionale Bacio del Bambinello. A questo giorno è associato il seguente proverbio: Uoj è la Candelora, la vernata è sciut fora, risponn san Bias la vernat ancor n’trasc. Se fa lu solariell quaranta juor d maltiemb, se fa lu solaron quaranta juorn d stagion (Oggi è la Candelora, l’inverno è uscito fuori, risponde San Biagio, l’inverno ancora non entra. Se c’è poco sole quaranta giorni di maltempo, se c’è tanto sole quaranta giorni di stagione e quindi di giornate abbastanza calde).

A Castelpoto in provincia di Benevento, esiste un’antica tradizione: dalla notte di Natale fino al giorno della Candelora il Bambino Gesù viene esposto davanti l’altare maggiore per poi essere baciato l’ultima volta.

A Calitri in provincia di Avellino, un antico proverbio sostiene che “A maronna r’ a Cann’lora, meglij a bré u lup’ ca u sol’ ” (Letteralmente: Alla madonna della Candelora, è meglio vedere un lupo che il sole). Ciò perché si sostiene che una giornata di bel tempo nel giorno in questione presagisca il prosieguo del maltempo e dunque della stagione invernale. Di contro, una brutta giornata indicherebbe che la stagione invernale è destinata a cedere in anticipo il passo alla primavera.

A Oristano la Candelora è molto sentita perché coincide con l’inizio dei preparativi de Sa Sartiglia.

In sintesti, la festa della Candelora è una festività cristiana che si celebra il 2 febbraio di ogni anno. La festa ha origini antichissime e coincide con la presentazione di Gesù al tempio e con la purificazione della Vergine Maria dopo il parto.

In molte parti d’Italia, la festa della Candelora è tradizionalmente associata a riti pagani di augurio per la prosperità e la fertilità dell’anno a venire. In particolare, la tradizione prevede che si accendano dei falò per scacciare l’inverno e fare posto alla primavera.

Durante la festa della Candelora, si benedicono anche le candele e si distribuiscono ai fedeli. Le candele benedette rappresentano la luce di Cristo e il simbolo della purificazione e della speranza.

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