Porta Romana
Giorgio Gaber
“Porta Romana“ – canzone uscita su 45 giri nel 1963, non è fra le mie preferite di Gaber, ma è una delle canzoni di maggior successo del primo periodo.
Appartenente un po’ al genere delle canzoni delicate (tipo “Non Arrossire”, “Genevieve” e “Così Felice”), è anche considerata a modo suo un altro esempio del filone delle canzoni milanesi (“La ballata del Cerutti”, “Trani a Gogò”, “Il Riccardo”), cioè di quelle canzoni in cui Gaber ha dipinto personaggi e luoghi tipici della Milano degli anni sessanta, se non altro per il riferimento a Porta Romana, un luogo simbolico e assai familiare per tutti i milanesi.
In realtà non si trattava solo di una canzone milanese in quanto l’ambientazione servì da pretesto a Gaber per cantare una storia universale, (la storia di un amore giovanile, forse del primo amore mai dimenticato), poichè in ogni città e per ciascuno di noi è esistita una porta romana. Il trasporto con cui Gaber canta questa canzone potrebbe far pensare anche a qualcosa di autobiografico, al di là di ciò Porta Romana viene dipinta da Gaber come un luogo magico dove era altrettanto facile che l’amore potesse nascere come finire.
TESTO
Porta romana bella porta romana
è già passato un anno da quella sera
un bacio dato in fretta
sotto un portone
porta romana bella porta romana
in un cortile largo e fatto a sassi
io fischio
tu t’affacci alla ringhiera
poi scendi e il pomeriggio è tutto
nostro in giro per i prati fino a sera
m’ han detto che sei andata ad abitare
in un quartiere nuovo più elegante
ti sei sposata è giusto e regolare
da me lo so non t’aspettavi niente
passa un ciclista e canta
la voce si allontana
porta romana bella porta.
Un passato indimenticabile!