Inno del Piave all’Altare della Patria
Fanfara San Donà di Piave
“La canzone del Piave“, conosciuta anche come “La leggenda del Piave“, è una delle più celebri canzoni patriottiche italiane. Il brano fu scritto nel 1918 dal Maestro Ermete Giovanni Gaeta (noto con lo pseudonimo di E.A. Mario). I fatti storici che ispirarono l’autore, risalgono al giugno del 1918, quando l’Impero austro-ungarico decise di sferrare un grande attacco sul fronte del fiume Piave per piegare definitivamente l’esercito italiano.
L’esercito imperiale austriaco si avvicinò pertanto alle località venete delle Grave di Papadopoli e del Montello, ma fu costretto ad arretrare a causa della piena del fiume. Ebbe così inizio la resistenza delle Forze armate del Regno d’Italia, che costrinse gli austro-ungarici a ripiegare. La canzone del Piave ebbe la funzione di inno nazionale italiano fino al 1944.
TESTO
Il Piave mormorava,
calmo e placido, al passaggio
dei primi fanti, il ventiquattro maggio;
l’esercito marciava
per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera…
Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava, e andare avanti!
S’udiva intanto dalle amate sponde,
sommesso e lieve il tripudiar dell’onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero,
il Piave mormorò:
«Non passa lo straniero!»
Ma in una notte trista
si parlò di un fosco evento,
e il Piave udiva l’ira e lo sgomento…
Ahi, quanta gente ha vista
venir giù, lasciare il tetto,
poi che il nemico irruppe a Caporetto!
Profughi ovunque! Dai lontani monti
Venivan a gremir tutti i suoi ponti!
S’udiva allor, dalle violate sponde,
sommesso e triste il mormorio de l’onde:
come un singhiozzo, in quell’autunno nero,
il Piave mormorò:
«Ritorna lo straniero!»
E ritornò il nemico;
per l’orgoglio e per la fame
volea sfogare tutte le sue brame…
Vedeva il piano aprico,
di lassù: voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora…
«No!», disse il Piave. «No!», dissero i fanti,
«Mai più il nemico faccia un passo avanti!»
Si vide il Piave rigonfiar le sponde,
e come i fanti combatteron l’onde…
Rosso di sangue del nemico altero,
il Piave comandò:
«Indietro va’, straniero!»
Indietreggiò il nemico
fino a Trieste, fino a Trento…
E la vittoria sciolse le ali al vento!
Fu sacro il patto antico:
tra le schiere, furon visti
Risorgere Oberdan, Sauro, Battisti…
Infranse, alfin, l’italico valore
le forche e l’armi dell’Impiccatore!
Sicure l’Alpi… Libere le sponde…
E tacque il Piave: si placaron l’onde…
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò
né oppressi, né stranieri!

Grazie a tutti giovani di quegli anni.
ammirabili uomini.
SEMPRE ❤️
chissà quanti sono partiti e non sono più tornati.
Bravi! A nonno Francesco ❤️partito in guerra a 17 anni, per fortuna tornato (nonno Chicco grazie) ❤️️
Viva il ricordo ! Per i nostri nonni