I Nonni raccontano
El Canfin
Il Gruppo folk El Canfin in “I Nonni raccontano“.
TESTO
Ci sono persone che spesso
nascondon le loro virtù
son li ma tu non ci fai caso
e loro poi soffron di più
son loro che posan le pietre
di ogni famiglia che nasce
ma noi spesso li trascuriamo
diciamo: “gli anziani non servono più!”
i nonni raccontano le favole ai nipotini
e quando le narrano ritornan di nuovo bambini
i nonni san dare quel senso di serenità
perché hanno alle spalle una vita vissuta con grande onestà
a volte sottovalutiamo
la loro presenza perché
si da tutto ormai per scontato
e ognuno non pensa che a sé
son loro che portano i bimbi
a spasso e a scuola a studiare
son loro che quando hai bisogno son sempre presenti e non chiedon di più
i nonni raccontano le favole ai nipotini
e quando le narrano ritornan di nuovo bambini
i nonni san dare quel senso di serenità
perché hanno alle spalle una vita vissuta con grande onestà
i nonni san dare quel senso di serenità
perché hanno alle spalle una vita vissuta con grande onestà
avran la testa bianca
avran la vista stanca
ma un Nonno in famiglia è la cosa più bella che c’è
i Nonni raccontano
i Nonni amano te!
“El Canfin“: una fiaccola che arde da quasi trent’anni. Un fuoco vivace e brillante, che illuminava le serate e riscalda i cuori con l’allegria e il fascino senza tempo dei canti popolari. Una splendida avventura iniziata quasi per gioco – era l’ottobre del 1986 – quando un gruppo di persone innamorate del canto e della musica paesana, con qualche piccola esperienza tra le feste del circondario, fu invitato da Marcello Marchesan, direttore dell’ Hotel “Belvedere” di Bassano, a esibirsi nella grande sala del ristorante dell’albergo. Si celebravano le “Serate Venete”, evento gastronomico e mondano voluto dalla famiglia del cavalier Bonotto per riscoprire i gusti e le tradizioni del nostro passato, all’insegna della cucina tipica ma anche del folclore e dei canti paesani.
Per il gruppetto di musicanti, provenienti da San Zeno di Cassola, che non avevano ancora un nome e che furono presentati come “Cantori Veneti”, era quasi come andare alla “prima” alla Scala; clienti illustri, ospiti di riguardo, riflettori accesi, mille occhi e orecchi pronti a godersi lo spettacolo tra una pietanza e l’altra, l’emozione e il batticuore per il timore dell’esordio. Dubbi e timidezze sgretolatesi alle prime note: la simpatia del gruppo e la freschezza del repertorio furono accolti dal pubblico con uno scroscio di applausi. Un’esplosione di affetto che dimostrava quanto nella gente fosse vivo e pulsante l’amore per le cose semplici e genuine. Ma soprattutto un inaudito successo che spinse e convinse i protagonisti della serata a continuare lungo la strada della ricerca delle proprie radici attraverso la musica, inaugurata con quella sorprendente e graditissima performance.
Le occasioni per farsi ulteriormente conoscere arrivarono subito: nel dicembre di quel magico ’86, sotto il grande albero di Natale in piazza a Bassano, fulcro degli eventi e delle manifestazioni organizzate nel periodo dell’Avvento dall’Unione del Commercio. Chiamati a partecipare alla rassegna “Canti popolari natalizi”, e indossati i loro bei cappelli, tabàri e sgàlmare, i nostri amici richiamarono l’attenzione delle tante persone presenti rallegrando l’atmosfera e regalando a profusione canti e sorrisi. Ormai si capiva che quel gruppo era molto più che una casuale formazione folcloristica, ma il nucleo fondante di qualcosa di importante che stava nascendo nell’intrattenimento popolare bassanese, destinato soprattutto a durare nel tempo.
E fu proprio quella sera che Flavio Baggio, funzionario dell’Umce appassionato di vecchie tradizioni trovò il nome al gruppo dei cantori e li chiamò “El Canfin”. Come la piccola fiaccola, che in passato dava luce alle sere e alle notti dei nostri antenati, contrassegnando una vita quotidiana fatta di radici sane e di valori semplici, autentici e arcaici.
Quel nome fu una vera illuminazione, davanti alee luminarie dell’albero di Natale. Una fiaccola idealmente sempre accesa, come il fuoco olimpico, che da allora ha accompagnato, in due decenni di storia, innumerevoli esibizioni. Vent’anni in compagnia, cantando in allegria: come recita oggi lo slogan del gruppo folcloristico. Ricordi e memorie che si accavallano velocemente. Come il viaggio in Germania, nel Baden-Wuttemberg, al seguito delle “Arti per via”. O per le due trasferte a Mulhacker, la città tedesca gemellata con Bassano del Grappa. O l’indimenticabile serata a Kecskemét, in Ungheria, nel cuore della grande pianura, a suggellare un incontro di gemellaggio tra la cucina magiara e quella bassanese. O le tante festose manifestazioni di casa nostra: ristoranti, ricorrenze, piazze, eventi, sagre, paesi. Ogni angolo del nostro territorio, in questo ventennio, è stato illuminato dai canti e dalla musica del “Canfin”. Una formazione sempre in movimento, e che oggi ha il suo punto di partenza e quartier generale a Sacro Cuore di Romano d’Ezzelino. Merito di Sergio Dussin, noto e apprezzato ristoratore, nonché rinominato promotore delle serate gastronomiche, che dal 1986 ha messo a disposizione dei cantori i locali del ristorante “Al Pioppeto” dove è ospitata la sede del gruppo.

io li sentiti cantare la prima volta Bassano del Grappa dalla carrozzeria Meneghetti parecchi anni fa
bravissimi i nonni che cantano
bravissimi a valorizzare i nonni di tutto il mondo.
E un piacere ascoltarvi bravissimi specialmente la canzone dei Nonni❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️💯